FRANCESCA A TAVOLA

Cena dannunziana all'insegna di Francesca da Rimini

FRANCESCA A TAVOLA 
Cena dannunziana all’insegna di Francesca da Rimini

Rimini, Istituto Professionale per i Servizi dell’Enogastronomia e dell’Ospitalità Alberghiera “Sigismondo Pandolfo Malatesta”
25 novembre, ore 19,30 | Partecipazione a invito

Evento organizzato con la partecipazione
dell’Istituto Professionale per i Servizi dell’Enogastronomia e dell’Ospitalità Alberghiera “Sigismondo Pandolfo Malatesta” di Rimini e dell’Accademia Italiana della Cucina, delegazione di Rimini

Un curioso menù, conservato al Museo Teatrale del Burcardo, rievoca una cena del 1950 ispirata alla tragedia Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio del 1902.

Il documento e le celebrazioni dantesche FRANCESCA2021 sono l’occasione per mettere in campo gli studenti dell’ISTITUTO PROFESSIONALE PER I SERVIZI DELL’ENOGASTRONOMIA E DELL’OSPITALITÀ ALBERGHIERA SIGISMONDO PANDOLFO MALATESTA i cui insegnanti e i cui allievi vantano esperienze simili di pieno successo.

Cura dell’evento: Luisa Maria Bartolotti Delegata AIC Rimini,  Marco Rossi Istituto Professionale Alberghiero Malatesta
Collaborazione: Ornella Scaringi, dirigente scolastico IPSSEOA S.P. MALATESTA RiminI
Promotori: Comune di Rimini, Regione Emilia-Romagna

ll Menù
Il menù che ha ispirato la serata fa effettivamente riferimento, nella denominazione dei piatti e nelle illustrazioni tratte da Adolfo De Carolis. alla tragedia Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio del 1902.
L’intestazione riporta alla IV scena del II atto : “Salute a voi signore che recate la vittoria”. Così, nell’opera, Francesca si rivolge a Gianciotto al rientro dal combattimento che imperversa intorno alle mura della città assediata. Lo Sciancato le va incontro e l’abbraccia, ma Francesca si ritrae adducendo la scusa che è sporco di sangue e polvere, poi gli porge del vino…
Alcuni dei termini utilizzati per descrivere i piatti del menù sono tratti proprio da questa scena e si riferiscono ad armi e macchine da guerra.
Verga sardesca (lancia con punta di ferro che può essere lanciata a grande distanza) è l’arma che regge Gianciotto quando appare sulla Torre Mastra.
Verrettoni a taglio tondo sono delle frecce.
Mangani sono macchine da guerra usate per il lancio di pietre e recipienti contenenti materie incendiarie.
Trabocchi sono macchine d’assedio tipo catapulte simili ai mangani.
Nonostante la citazione si riferisca alla tragedia di D’Annunzio il menù è legato ad un’altra rappresentazione.

I due cartigli all’interno della decorazione floreale riportano i monogrammi del soprano Maria Caniglia che nel 1950 interpretò l’opera lirica Francesca da Rimini dello Zandonai alla Scala di Milano. Opera del 1914 il cui libretto fu tratto dalla tragedia dannunziana, ridotta da Tito Ricordi.
Sul documento che si è recuperato viene riportata la data 6 novembre 1950.
La cena è organizzata per i festeggiamenti della compagnia di Maria Caniglia e Giacinto Prandelli, diretti da Franco Capuana in occasione della messa in scena dell’opera.

Maria Caniglia (Napoli 5 maggio 1905-Roma 19 aprile 1979), soprano dalla voce potente, piena e squillante, debuttò a Torino nel 1930. Cantò regolarmente nelle stagioni scaligere fino al 1951. Incise Francesca da Rimini con Giacinto Prandelli, Carlo Tagliabue, Ornella Ravero diretti da Antonio Guarnieri nel 1950 (CETRA)

Dannunzio tra Medioevo e Futurismo
Il menù del 1950
che si è assunto come linea guida della serata, per linguaggio aulico dedotto dalla tragedia che rimanda ai tempi di Paolo e Francesca è chiaramente d’invenzione, ma sembra avere più affinità con certi piatti della cucina futurista e con i gusti apparentemente semplici benché sofisticati del D’Annunzio. I piatti futuristi, infatti, fanno spesso riferimento a luoghi ed armi e i nomi e le dosature sommarie delle ricette devono eccitare la fantasia inventiva dei cuochi.

1901: Adolfo De Carolis, locandina e illustrazione per Francesca da Rimini

D’Annunzio aveva con il cibo un rapporto incostante e volubile. Amava le frittate, le uova sode, il riso, le costolette di agnello, ogni tipo di pesce, la frutta consumata con voluttà. Era goloso di dolci, in particolare del cioccolato al quale attribuiva potere afrodisiaco, ma soprattutto impazziva per i gelati.  Era legato nostalgicamente alla cucina tradizionale della sua terra abruzzese. Pare digiunasse tre volte la settimana per fini salutistici ed era pressoché astemio. La sua cuoca preferita fu la fedelissima Albina Lucarelli Becevello, chiamata Suor Intingola che per venticinque anni fu pronta ad esaudire i  suoi gusti capricciosi e ricercati e ad organizzare per lui, in qualsiasi momento, pranzi curatissimi di impeccabile raffinatezza estetica.

Sia il menù dannunziano che il menù proposto dai bravi chef dell’Istituto Alberghiero Sigismondo Pandolfo Malatesta sono distanti dalla cucina dei tempi di Francesca. Cucina legata alla realtà del periodo e interprete del progressivo raffinamento dei gusti che va di pari passo con la fortuna della corte malatestiana. Non ci è dato conoscere preferenze personali dell’eroina riguardo ai cibi e alle loro elaborazioni. Le testimonianze riguardano solo le occasioni ufficiali e le vivande servite riportano definizioni tutt’altro che incomprensibili e non hanno bisogno di alcuna interpretazione.

Luisa Bartolotti, lo Chef Marco Rossi e gli allievi dell’Istituto Malatesta hanno svolto un lavoro rigorosamente filologico per l’interpretazione letterale dei termini e delle denominazioni attribuite alle varie “vivande”.

Lo Chef e i ragazzi partecipanti al progetto si sono inoltre impegnati con fantasia e sensibilità gastronomica nella scelta e nella realizzazione dei piatti, componendo un menù coerente e appetibile al tempo stesso.

1914, Copertina del libretto di Tito Ricordi; 1949-1950, programma del Teatro alla Scala con lo spettacolo di Maria Caniglia 

L’evento fa parte di FRANCESCA2021
Tributo a Dante e a Francesca da Rimini nel VII centenario della morte del Poeta
Trenta appuntamenti culturali da marzo a dicembre 2021 nei territori malatestiani tra Romagna e Marche promossi dai Comuni di Rimini e di Gradara con la collaborazione delle Regioni Emilia-Romagna e Marche e di Apt Servizi dell’Emilia Romagna su idea e progetto di Ferruccio Farina, Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini

www.francescadarimini2021.com/eventi